mercoledì 29 agosto 2012

A caccia di farfalle (non quella di Belen)


Meglio specificarlo subito nel titolo, prima che qualcuno ci rimanga male! 
Le farfalle che sono andata a cacciare io, ovviamente con una macchina fotografica perchè non mi sognerei mai di accoppare queste nè altre creature, sono quelle vere, che svolazzano sui prati e che nascono dai bruchi.


Come al solito, cliccate sulle foto per ingrandirle. Dunque: cosa ci vuole per poter andare a caccia (fotografica) di farfalle? A parte, mi pare ovvio, una macchina fotografica - io ho usato la mia  Canon EOS 450 D con obiettivo 18/55 a mano libera e focus manuale - penso proprio di poter affermare che, almeno sulla base della mia personalissima esperienza, per andare a caccia di farfalle, servono un sacco di… P.

Cooosaaaa??? Continuate a leggere, cercherò di spiegarmi meglio. 


P come Pazienza, perchè questi insetti non sono granchè propensi a star fermi e, men che meno, a mettersi in posa. Nel corso del pomeriggio ho scattato circa un centinaio di foto, un terzo delle quali cestinate prima ancora di essere scaricate nel computer, un terzo eliminato appena visionato sul monitor e un terzo "graziato", nonostante anche questi scatti "reduci" siano ben lontani dall'essere perfetti.


P come Prontezza, più o meno per la stessa motivazione sopra esposta: è indispensabile riuscire ad acciuffare la nostra "preda" appena si posa e prima che riprenda il volo, possibilmente con una messa a fuoco nei limiti della decenza.


Infine, P come Predisposizione ad essere Punti. Come ricordo del pomeriggio trascorso emulando la vispa Teresa, oltre ad una manciata di fotografie, mi è rimasta un'ampia collezione di punture di zanzara, più o meno equamente distribuita su tutta la superficie del mio corpo!

Ma come? Non ci sono tutti i prodigi della scienza e della tecnica per evitare le punture di zanzara? Certo, ma come sempre Madre Natura è più forte: le zanzare che sono sopravvissute alla prima ondata di Off!, Autan e compagnia bella hanno generato figliole che organizzano happy hour a base di insettorepellenti e sangue di fotografi! Si bevono il DEET come fosse una caipirinha



Però, grazie al cielo, nei prati non ci svolazzano soltanto zanzare! E così, oltre alle farfalle, prede predestinate della mia spedizione, sono riuscita ad immortalare anche qualche altro insetto. Eccoli qui! 

E, per concludere, ecco a voi un assaggio di pedagogia ecologica del 1800

La farfalletta (la vispa Teresa) - di Luigi Sailer (1825-1885)

La vispa Teresa
avea tra l'erbetta
a volo sorpresa
gentil farfalletta
e tutta giuliva
stringendola viva
gridava distesa:
"L'ho presa! L'ho presa!".

A lei supplicando
l'afflitta gridò:
"Vivendo, volando
che male ti fò?
Tu sì mi fai male
stringendomi l'ale!
Deh, lasciami! Anch'io
son figlia di Dio!".

Teresa pentita
allenta le dita:
"Và, torna all'erbetta,
gentil farfalletta":
Confusa, pentita,
Teresa arrossì, 
dischiuse le dita
e quella fuggì.

Un recente studio scientifico britannico ha stabilito che le farfalle rischiano l'estinzione persino più di tigri e rinoceronti. C'è di che meditare, no?

Se vuoi chiacchierare o lasciare un commento, passa sul mio blog principale Nonsolobotte, ti risponderò con piacere. (Questo è solo un album fotografico).

sabato 25 agosto 2012

Ambarabà ciccì coccò, tre civette...


… no, non sul comò, come suggerisce la filastrocca, ma sulla sommità di un muro.

Nel corso delle recenti vacanze, come forse sapete, mi sono dedicata alla caccia fotografica (come sempre, cliccate sulle foto per ingrandirle). 
Da anni Davide ed io andiamo in vacanza nello stesso posto e, da anni, quasi tutte le sere, mentre ci apprestiamo a cenare sentiamo il canto di una civetta che risuona nel cielo al crepuscolo.

Beh, quest'anno ho deciso di non accontentarmi del canto perciò, di buon mattino, mi sono diretta verso il punto da cui proveniva il suono…


… E così ho avuto una sorpresa: ho scoperto che la nostra civetta canterina non è sola ma che "tiene famiglia"! Proprio come nella conta che tutti i bambini conoscono, tre civette se ne stavano appollaiate in fila, non sopra il comò di una vogliosa e poco seria fanciulla figlia di un dottore ma, in modo molto più verosimile e naturale, sulla sommità di un edificio abbandonato.

A proposito, sapete che, secondo un linguista italiano, la famosa e diffusissima filastrocca potrebbe avere una lontana radice latina? Pare infatti che il senza senso e misterioso "Ambarabà ciccì coccò" potrebbe derivare da qualcosa come "Hanc para ab hac quidquid quodquod", una conta in cui si diceva pressapoco "Ripara questa (mano) da quell'altra (che fa la conta).

Mistero fitto, invece, su tutto ciò riguarda la disinibita fanciulla e il padre medico. 
E allora io ho pensato di creare una variante - estiva e altrettanto fantasiosa - a questa conta, eccola qui:


Ambarabà ciccì coccò
tre civette, guarda un po'
che bevevano aranciata
su una spiaggia soleggiata
ma poi il sole se ne andò
ambarabà ciccì coccò

Chissà che fra qualche secolo questa versione non diventi più famosa dell'orginale! He! He! He!

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