
Cancellata dal vulcano, dimenticata dalla Storia, iniziò a tornare alla luce soltanto nel XVI secolo, quando l'architetto Domenico Fontana, nel costruire un canale di derivazione del fiume Sarno, si imbatté in alcune epigrafi e resti di edifici dalle pareti affrescate, ma non vi riconobbe i resti dell'antica città; soltanto nel 1748, per volontà di re Carlo di Borbone, ebbero inizio i primi scavi.
Che proseguono ancora oggi, così come i lavori di restauro.

Le strade sono riemerse dalla cenere, sono ancora visibili i "binari" tracciati per il passaggio dei carri; i mosaici affascinano per bellezza e ricchezza dei particolari, così come pure gli affreschi che arricchiscono le abitazioni nobiliari o che illustrano le "specialità" offerte dalle prostitute nei lupanari; non manca neppure il thermopolium, il fast food dell'epoca romana, perfettamente conservato e restituitoci dagli scavi.
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Strada dell'antica Pompei, coi solchi dei carri ed i marciapiedi |
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Un affresco (col celeberrimo rosso pompeiano) |
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Nei lupanari erano illustrate le "specialità" delle prostitute |
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Un thermopolium, qui si gustava il fast food di epoca romana |
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