lunedì 18 luglio 2016

Egitto e piramidi

Dici "Egitto" e la mente subito corre alle piramidi. E a ragione: la più grande delle tre maggiormente note, la piramide di Cheope, è la più antica delle sette meraviglie del mondo ed è anche l'unica ancora esistente. Se si pensa che la lista delle sette meraviglie è stata stilata attorno al III sec. a. C. e che da allora sono trascorsi oltre due millenni non stupisce che questo tesoro dell'architettura faccia ancora parlare il mondo intero. 
Insieme a lei, nella piana di Giza, si trovano le piramidi di Chefren, di Micerino e diverse piramidi satellite più piccole, dette "delle regine".
La piramide di Saqqara
Forse non tutti sanno, però, che la storia delle piramidi è iniziata molti anni prima della costruzione di questi imponenti edifici funerari e che, nel corso delle diverse dinastie, gli architetti ed i costruttori fecero diversi tentativi prima di raggiungere l'imponente perfezione che ancora oggi stupisce il mondo.
Una delle prime "prove tecniche" di piramide fu la piramide a gradoni di Saqqara,  il cui architetto Imhotep fu anche uno stimatissimo medico e poeta (un geniaccio insomma, una specie di Leonardo da Vinci del 2900 a. C. ), tanto da venire in seguito divinizzato.

La piramide di Saqqara sorge all'interno di un complesso funerario circondato da imponenti mura, altro prodigio dell'architettura del passato e, come le "sorelle" della piana di Giza, anche queste sepolture sono meta di numerosissimi visitatori che rendono il deserto poco... deserto e, anzi, piuttosto affollato.
Autobus turistici alla base della grande piramide di Cheope
Anche con i lati negativi che questo comporta, come l'abbandono dei rifiuti.

Le imponenti mura che delimitano la necropoli di Saqqara


Un particolare delle mura di Saqqara, disseminate di rifiuti
La piana di Giza: decisamente poco... deserta


La sabbia del deserto che circonda le piramidi di Giza
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venerdì 15 luglio 2016

Insetti d'estate

Alcuni degli insetti incontrati durante le mie scorribande nei boschi e tra i campi...













Piazzola di sosta per insetti

Il Papà Gambalunga degli insetti
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giovedì 14 luglio 2016

Como: The life electric

Nel 2015 la diga foranea di Como ha cambiato il proprio profilo grazie a The life electric, scultura disegnata da Daniel Libeskind e dedicata ad Alessandro Volta
Come spesso accade con le nuove installazioni artistiche, sostenitori e detrattori non lesinano pareri.
Io, nata e cresciuta a Como, ho spesso passeggiato lungo la diga foranea e non ho alcuna difficoltà ad ammettere di trovarla staordinariamente più bella ora, proprio grazie a quest'opera d'arte. 
Sono tornata più volte a fotografarla, con diverse condizioni meteorologiche, e sempre sono rimasta affascinata dai giochi di riflessi e di luce che questa struttura dona al visitatore.


Contorsionismo metallico
Turisti reali o riflessi?

L'autunno comasco si specchia in
The life electric
Monumento ai Caduti, Tempio Voltiano
e Duomo vicini: magia dei riflessi













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martedì 12 luglio 2016

La Grecia classica: Atene

E' considerata la culla della civiltà occidentale ed è qui che sono nate parole - e quanto comportano - come filosofia, politica, pedagogia, democrazia...
L'Areopago
Qui, poco distante dall'odierna Atene, c'è la collina Areopago (letteralmente, Collina di Ares), sorta di scoglio roccioso e brullo su cui secondo la mitologia il dio Ares venne giudicato per l'uccisione di Alirozzio; in questo luogo si riuniva il consiglio degli ateniesi e sempre qui predicò San Paolo.

Nelle immediate vicinanze sorge l'acropoli, che era la parte alta della città (come indica il nome: àkros = alto e pòlis = città), costellata da imponenti rovine di marmo dall'abbagliante bellezza. 
Le colossali rovine sull'acropoli
E "abbagliante" non è un modo di dire: il sole dell'estate mediterranea rende l'acropoli tanto splendente da far strizzare gli occhi. 

E' qui, sull'acropoli, che sorge anche il magnifico Eretteo, costruito nel V secolo a. C. laddove la dea Atena aveva fatto germogliare un ulivo, suo albero sacro (che venne poi abbattuto in seguito alle incursioni persiane). 
Le Cariatidi dell'Eretteo: belle ma... false
Il più noto simbolo dell'Eretteo sono le Cariatidi, statue raffiguranti fanciulle che reggono sul loro capo il tetto della loggia meridionale del tempio. Si tratta, però, soltanto di copie: cinque delle sei statue originarie sono custodite nel Museo dell'Acropoli, mentre la sesta si trova ancora presso il British Museum di Londra.

Il Partenone: un puzzle colossale, colmo di storia e fascino
Il monumento certo più conosciuto e più fotografato dell'acropoli - e probabilmente di tutta la Grecia - è però il Partenone, voluto da Pericle in onore di Atena Partenos ed eretto dagli architetti Ictino e Callicrate, con il supporto del celeberrimo scultore Fidia. La sua realizzazione richiese quasi un decennio ed il tempio fu ultimato nel 438 a. C.
Sebbene il Partenone paia costituito da parti intercambiabili - ogni colonna sembra simile in tutto e per tutto ad ogni altra, ad esempio - in realtà si tratta di un colossale puzzle e ciascun blocco combacia perfettamente soltanto con un altro: questo spiega l'estrema laboriosità dei lavori di restauro che, si stima, potrebbero continuare per altri trent'anni. 
Molti dei pezzi originali, inoltre, come le metope che, alternate ai triglifi, decoravano la parte sottostante il timpano, si trovano nei musei di Londra e Parigi. 







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