E' considerata la culla della civiltà occidentale ed è qui che sono nate parole - e quanto comportano - come filosofia, politica, pedagogia, democrazia...
L'Areopago |
Qui, poco distante dall'odierna Atene, c'è la collina Areopago (letteralmente, Collina di Ares), sorta di scoglio roccioso e brullo su cui secondo la mitologia il dio Ares venne giudicato per l'uccisione di Alirozzio; in questo luogo si riuniva il consiglio degli ateniesi e sempre qui predicò San Paolo.
Nelle immediate vicinanze sorge l'acropoli, che era la parte alta della città (come indica il nome: àkros = alto e pòlis = città), costellata da imponenti rovine di marmo dall'abbagliante bellezza.
Le colossali rovine sull'acropoli |
E "abbagliante" non è un modo di dire: il sole dell'estate mediterranea rende l'acropoli tanto splendente da far strizzare gli occhi.
E' qui, sull'acropoli, che sorge anche il magnifico Eretteo, costruito nel V secolo a. C. laddove la dea Atena aveva fatto germogliare un ulivo, suo albero sacro (che venne poi abbattuto in seguito alle incursioni persiane).
Le Cariatidi dell'Eretteo: belle ma... false |
Il più noto simbolo dell'Eretteo sono le Cariatidi, statue raffiguranti fanciulle che reggono sul loro capo il tetto della loggia meridionale del tempio. Si tratta, però, soltanto di copie: cinque delle sei statue originarie sono custodite nel Museo dell'Acropoli, mentre la sesta si trova ancora presso il British Museum di Londra.
Il Partenone: un puzzle colossale, colmo di storia e fascino |
Il monumento certo più conosciuto e più fotografato dell'acropoli - e probabilmente di tutta la Grecia - è però il Partenone, voluto da Pericle in onore di Atena Partenos ed eretto dagli architetti Ictino e Callicrate, con il supporto del celeberrimo scultore Fidia. La sua realizzazione richiese quasi un decennio ed il tempio fu ultimato nel 438 a. C.
Sebbene il Partenone paia costituito da parti intercambiabili - ogni colonna sembra simile in tutto e per tutto ad ogni altra, ad esempio - in realtà si tratta di un colossale puzzle e ciascun blocco combacia perfettamente soltanto con un altro: questo spiega l'estrema laboriosità dei lavori di restauro che, si stima, potrebbero continuare per altri trent'anni.
Molti dei pezzi originali, inoltre, come le metope che, alternate ai triglifi, decoravano la parte sottostante il timpano, si trovano nei musei di Londra e Parigi.
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